Le attività riabilitative vengono classificate in due livelli:
- Primo livello inerente alla vita quotidiana con attività mirate allo sviluppo delle competenze nel vivere sociale quali Social Skill Training, supporto allo studio, reinserimento lavorativo, etc.
- Secondo livello con attività finalizzate al recupero di capacità critiche, introspettive e relazionali unitamente ad un miglioramento del livello di consapevolezza e adattamento: arteterapia, musicoterapia attiva e passiva, gruppi di discussione etc.
Nella consapevolezza maturata negli anni della valenza di tutte le tecniche conosciute a scopo riabilitativo la struttura basa il suo intervento su vari modelli a seconda delle necessità degli utenti.
Le attività di primo livello sono orientate prevalentemente sulla realtà esterna del paziente, sui comportamenti, sulle interazioni con l’ambiente. Le attività di secondo livello sono rivolte al mondo interno, ai conflitti interiori alle ansie e alle emozioni.
TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI
Il modello di Social Skills Training secondo Liberman
Secondo questo modello cosiddetto bio-psico-sociale l’esordio, il decorso e l’esito della malattia mentale vengono spiegati grazie a fattori psicosociali e biologici. L’approccio è finalizzato al rinforzo delle performances di abilità sociali del soggetto comprendendo autogestione, auto aiuto, gestione dello spazio, attività di lavoro. Secondo Liberman i fattori che vanno a determinare l’insorgenza di disabilità sono:
- Un apprendimento inadeguato delle abilità sociali determinato dal fatto che l’esordio della malattia avviene solitamente in età adolescenziale e quindi il soggetto non ha modo di acquisire competenze adeguate.
- Un non corretto utilizzo delle abilità sociali apprese prima dell’esordio di patologia a causa della insufficiente interazione con l’ambiente tipica di molte personalità premorbose nella psicosi.
- Una carenza di rinforzi da parte dell’ambiente sociale e familiare con assenza di feed back positivi necessari al consolidamento delle abilità sociali
- Ansia sociale tra i sintomi caratterizzanti la patologia che impedisce l’utilizzo delle abilità sociali
- Le interferenze negative causate dalla sintomatologia produttiva (deliri e allucinazioni).
- Il rinforzo dell’ambiente del comportamento inadeguato costituentesi in profezia negativa
- Presenza di effetti collaterali da farmaci che impediscono l’utilizzo di abilità anche se conservate
A tali fattori negativi si va a contrapporre l’intervento riabilitativo rappresentato da un ambiente protettivo, sistemi di supporto continui alla persona e percorsi finalizzati al miglioramento delle abilità sociali e relazionali.
Il modello di Ciompi
Questo modello si incentra sul reinserimento sociale, sulla ricerca di autonomia, responsabilità e libertà del soggetto. La strategia è basata sulle aspettative dei familiari, del paziente e degli operatori e la ipo/iper stimolazione del soggetto. In questo modello il processo terapeutico si sviluppa secondo due assi: lavoro e ambiente, favorendo il passaggio da parte del paziente da stadi di maggiore regressione a stadi più maturi di interazione con sè e col mondo. Secondo il modello il successo dell’intervento non dipende dalla malattia in sè ma da fattori di tipo sociale e dalla durata temporale dell’esclusione dal mondo del lavoro oltre a fattori legati alla personalità e alla motivazione del paziente.
Modello di potenziamento dei comportamenti socialmente competenti secondo Spivak (CSC)
Si basa sulla prevenzione della cronicità con interventi psicosociali attuati secondo due linee: la valutazione dei CSC del paziente e le interazioni tra i CSC e le aspettative nel suo contesto. Quindi i programmi si incentrano soprattutto sulle competenze abitative, la cura del sè, le relazioni familiari e sociali. Secondo Spivak la disabilità psicosociale viene compresa attraverso quella che viene definita la spirale viziosa della desocializzazione, risultato di un processo di influenzamento reciproco tra paziente e mondo. La riabilitazione consiste quindi nell’aumentare l’articolazione sociale del paziente individuando cinque aree: abitazione, lavoro, compagni/famiglia, cura del sè, spazio sociale e ricreativo. Il percorso viene reso possibile dall’utilizzo di quattro dimensioni socio-interazionali: supporto costante del paziente, iniziale permissività per consentire l’espressione del comportamento inadeguato da correggere, non rinforzo delle aspettative in risposta al comportamento inadeguato, impiego selettivo di ricompense mirate.
Il modello Psicoeducativo Familiare di Falloon
Questo modello è finalizzato ad aumentare la consapevolezza dei familiari circa la patologia del paziente, ridurre l’emotività espressa familiare, migliorare la compliance farmacologica e ridurre le ricadute potenziando lo sviluppo delle risorse sane della famiglia, fornire informazioni sulla natura e manifestazioni della patologia, ridimensionare le aspettative familiari ove sovrastimate e gli atteggiamenti di ipercoinvolgimento emotivo o ostilità che vanno a determinare lo stato di isolamento del paziente favorendo il messaggio della cronicità ed ineluttabilità della malattia.
Il modello della Terapia Psicologica Integrata di Brenner(IPT)
Il metodo interviene sui deficit cognitivi prima che su quelli comportamentali. Il programma favorisce il miglioramento delle funzioni cognitive di base (livello attentivo e percettivo) e degli aspetti cognitivi più complessi (livello cognitivo) e in un secondo momento favorisce l’acquisizione di abilità sociali progressivamente più complesse ( livello micro e macro sociale). Si articola in cinque sottoprogrammi: differenziazione cognitiva, percezione sociale, comunicazione verbale, abilità sociali e problem solving, ognuno dei quali suddiviso in numero variabile di fasi.
TECNICHE ESPRESSIVE
ARTETERAPIA
Per arteterapia si intende una tecnica non verbale che utilizza il linguaggio dell’arte come mezzo di comunicazione allo scopo di veicolare emozioni, conflitti, ricordi e sensazioni dando loro forma in un’opera visiva e concreta realizzata all’interno di una dinamica relazionale col terapeuta. Le potenzialità terapeutiche non sono presenti nel prodotto finale ma nel processo creativo. Il linguaggio adoperato è quindi quello dei colori, delle forme e dei simboli consentendo al terapeuta di entrare in contatto con un universo altrimenti celato e al paziente imparare ad esprimersi in modo alternativo veicolando emozioni e concetti altrimenti non espressi.
DANZAMOVIMENTOTERAPIA (DMT)
Per DMT si intende l’utilizzazione a fine terapeutico del movimento aiutando il soggetto a ritrovare la propria unità psicocorporea. Il movimento come mezzo per scoprire il corpo e le sue possibilità tendendo a riconsegnare alla persona unicità psicocorporea educando all’espressione tonica e motoria nello spazio. In sintesi favorendo una maggiore integrazione del Sè.
MUSICOTERAPIA
E’ l’insieme di tecniche basate sull’uso del suono e della musica come strumenti facilitanti lo sviluppo di una buona relazione. I suoni favoriscono una comunicazione che valica l’uso del linguaggio promuovendo l’emergenza di vissuti più profondi. Musica e suoni come linguaggio di emozioni. Si distingue in ricettiva e attiva:
- L’ascolto (ricettiva) consiste nell’ascolto di brani opportunamente scelti capaci di stimolare sensazioni, emozioni, immagini mentali
- La produzione (attiva) riguarda l’uso di semplici strumenti per costruire una sorta di dialogo sonoro tra terapeuta e paziente ma anche tra paziente e mondo esterno.
La finalità principale è l’armonizzazione della personalità dell’individuo con particolare attenzione alla regolazione delle emozioni.
TEATROTERAPIA
Molte sono le varabili all’interno di questa tipologia di terapia e con un vasto repertorio di approcci.
Si utilizzano le caratteristiche proprie del teatro: l’identificazione, il personaggio, la rappresentazione, il palcoscenico, il gioco, la finzione scenica, l’espressività, la catarsi, la maschera, l’attività simbolica, il linguaggio verbale e non verbale, la comunicazione. Ognuno di questi aspetti contribuisce all’esito terapeutico della tecnica, dalla sconfitta della fobia sociale alla gestione di emozioni nell’identificazione col personaggio interpretato, fuori dal ruolo passivo di chi è portatore di malattia non gestendo più il copione della propria esistenza.
TECNICHE VERBALI
IL GRUPPO DISCUSSIONE (GD)
Per GD si intende un Gruppo riabilitativo che utilizza come mezzo terapeutico la comunicazione verbale e non verbale. Rientra nelle attività di secondo livello, in posizione intermedia tra le attività riabilitative più elementari e la psicoterapia. E’ indicato per pazienti non particolarmente regrediti e capaci seppur parzialmente di intraprendere relazioni interpersonali ma deficitari dal punto di vista del mantenimento di una corretta e costante relazione d’oggetto e incapaci di verbalizzare adeguatamente problematiche e vissuti affettivi. Obiettivo fondamentale è il sostegno alle funzioni dell’Io , il miglioramento delle capacità di comunicazione interpersonale, l’aumento della capacità di insight e il miglioramento delle modalità comportamentali.
SUPPORTO ALLA FAMIGLIA
Il coinvolgimento della famiglia nel percorso riabilitativo è ovviamente fondamentale. Si predilige il modello dell’intervento psicoeducativo basato sulla discussione degli aspetti cruciali della malattia quali diagnosi, eziologia, sintomi. Viene discussa l’evoluzione del disturbo e la gestione delle crisi; viene facilitata alla famiglia l’acquisizione di una modalità comportamentale a minore emotività espressa sostenendo la gestione del carico emotivo. Si illustrano periodicamente i cambiamenti positivi del paziente stimolando messaggi di feed back positivi. Periodicamente si convocano le famiglie per un’assemblea con i responsabili dei percorsi terapeutici.
GRUPPO CINEFORUM
Si tratta di un particolare setting terapeutico finalizzato al sostegno dell’Io attraverso la visione critica di un filmato che tratta tematiche relative a problematiche esistenziali e relazionali. Attraverso l’identificazione con gli attori i pazienti rivivono situazioni passate o presenti, filtrate però dal momento di intrattenimento e comunque di fiction. Il fine ultimo è rendere i pazienti più consapevoli di se stessi e delle dinamiche che li caratterizzano.
CURA DEL SÈ
Si intende la capacità di occuparsi autonomamente della propria igiene personale, del proprio aspetto, del proprio abbigliamento, del proprio ambiente e mantenere adeguate abitudini di vita. Questi gruppi sono di impostazione cognitivo-comportamentale e si articolano in 4 moduli:
- Cura dell’igiene personale
- Cura dell’abbigliamento
- Cura dell’ambiente
- Cura dell’alimentazione
GIOCO E TEMPO LIBERO
Si tratta di interventi finalizzati alla soddisfazione ludica ma soprattutto alla socializzazione e all’attivazione delle capacità di attenzione, espressione etc. Attraverso il gioco si crea un clima di accoglienza e di ascolto, si stimolano la conoscenza reciproca e la socializzazione, si osservano le modalità relazionali del paziente con gli altri e la tolleranza alle frustrazioni.
GRUPPO GIORNALE DI COMUNITÀ
Questo gruppo ha come presupposto teorico l’utilizzo di tecniche cognitive ed è finalizzato ad incrementare abilità come la memoria, l’attenzione, la concentrazione, l’uso di strutture logiche e il mantenimento di un adeguato rapporto con la realtà.
Si articola in 4 momenti:
- Discussione libera e scelta degli argomenti
- Suddivisione degli incarichi
- Discussione del tema del mese
- Stesura al PC e pubblicazione su web o su cartaceo
Vengono stimolate le capacità organizzative, relazionali, cognitive, di sintesi e la vicinanza emotiva dei pazienti.
GRUPPO LAVORO
L’inserimento o il re-inserimento al lavoro di una persona portatrice di disagio psichico costituisce in primis la tappa finale di un percorso riabilitativo complesso e individuale. Va sottolineato che non sempre questo obiettivo è raggiungibile dipendendo da molteplici fattori interni ed esterni al paziente. Si rende pertanto necessario preliminarmente strutturare un insieme di attività finalizzate al ripristino delle condizioni di base favorenti il mantenimento di ritmi e tempi lavorativi, oltre al conseguimento di specifiche abilità eventualmente spendibili sul mercato del lavoro normale o protetto.
L’esperienza acquisita negli anni dall’equipe della Comunità ha portato a ritenere utile l’insieme delle tecniche su descritte adattandole ai singoli utenti e alle singole specifiche situazioni cliniche e familiari, non privilegiando in modo dogmatico una teoria più che un’altra.